domenica 25 febbraio 2007

Per te


Amami così.
Per tutti i miei "se" e i miei "ma".
Per quel sorriso che mi porto dietro.
Per quelle lacrime che ho versato e che, purtroppo, verserò.
Per i giorni di sole e per quelli piovosi.
Amami così.
Con le mie insistenti contraddizioni.
Con le mie paure e le mie fragilità.
Con i miei pregi e i miei innumerevoli difetti.

venerdì 16 febbraio 2007

considerazioni


Mi dicevi:

"Chiudi gli occhi. Riaprili e guardati riflessa in uno specchio: riesci a sentirti? Riesci a percepire l'interno punto di osservazione dei tuoi occhi? E riesci a superarlo non dandolo per scontato? Capisci di esistere? Bhe...io esisto quanto te e di te ho solo sogni...ma sai quanto sei importante? Che meraviglia sei!"

Parole.
Belle, bellissime. Ma solo parole.
La delusione è forte e lo è per due motivi:
Il primo riguarda te. Da te non me lo aspettavo. Ma questo fa parte del gioco, è un rischio che va calcolato.
Il secondo riguarda me. Non sono abituata a lasciarmi fregare.
Sbaglio spesso e volentieri e qualche volta lo faccio con la consapevolezza di sbagliare ma questa volta è diverso.
Questa volta non ho semplicemente sbagliato qualcosa, ho proprio fatto un errore di valutazione.


Le delusioni sono così: non fanno male in quanto tali, fanno male perchè ci sbattono i nostri errori dritto davanti agli occhi.

martedì 13 febbraio 2007

sbaglio


Ho sbagliato per sbagliare, non perché lo dite voi, e non mi pento proprio.

Sono in riserva ormai.

Io ci credo in quel che voglio, e forse voglio farmi male, ma non mi riconosco in quello che conviene.

Mi piace scivolarvi fuori da ogni calcolo, per riportarmi in riga servirà un miracolo.

giovedì 8 febbraio 2007

tivogliobene


Ti voglio bene quando ridi, piangi, scherzi, sorridi.

Ti voglio bene per ogni cosa che fai.

Ti voglio bene perché esisti.

Ti voglio bene perché non potrei non volertene.

lunedì 5 febbraio 2007

per te, e quindi anche per lui


"Fagli vedere il mare , piccola. Guarda tutto il mare che puoi. Infila tutto negli occhi da brava ingorda. Non stancarti di farlo. Per favore, non stancarti. Fagli “sentire” il mare con i tuoi occhi. Porgi anche il suo orecchio perché possa sentirne i rumori ipnotici e quelli che non lasciano scampo. So che non c’è bisogno di dirtele queste cose. Nemmeno potrei. Ma io so che tu puoi sentirmi anche se non ti parlo. E allora ascoltami bene : fagli rispettare il mare e fa che si senta rispettato da lui. Fai percepire a nostro figlio l’idea di orizzonte come un concetto stravagante e possibile. Allarga le narici. Lascia entrare. Sbornialo di odore selvatico di acqua salata, forme di vita e sesso. Non preoccuparti se l’aria ti sembra troppo fresca. Tira su col naso tutta la notte qui intorno. Figurati se le stelle non hanno odore. Figurati se non hanno ritmo. Tira dentro la puzza morbida del cielo e allungagliela. Passa a nostro figlio tutta la te stessa che puoi. Penso io al resto. Guiderò finchè serve. E se serve ci fermeremo ogni cinque minuti. Per buttare dentro tutto il buttabile. Prenoterò giorno per giorno gli “alloggi ferie” e i “vitto ferie” possibili. Quelli che si troveranno sulla nostra strada. Farò e disferò tutti i bagagli da fare e da disfare. Rotte, comunicazioni al Centro, roba da lavare: penso a tutto io. Tu occupati della parte importante. Chiedimi tutto. Consegnati a ogni sentimento. Fagli capire che aria tira qui fuori a quel fortunato che ti sta dentro. E lì gode della garanzia del tuo filtro. Frammenta e degusta ogni delizia che ci è permessa oppure inghiotti bocconi neri come vorrebbe fare lui. Fallo ballare al caos di tutte le musiche suonate insieme. Ridi. Per te e quindi per lui. Porgigli l‘intera gamma delle voci di tutto. Non risparmiargli niente. E poi fai quello che vuoi. Che goda del tuo gusto nel farlo. Non trascurare la parte più ovvia. Fagli vedere montagne, fiumi, laghi, boschi, pianure, vigne e campi. Respirali per lui. Ascoltali senza pietà. Senza scuse. Non ti preoccupare, non farà confusione. Tu infila dentro che lui farà ordine. E nelle pause , se ne avrai, come se fuori dai finestrini non ci fosse sempre qualcosa da buttare dentro, nelle pause ti dicevo : ricorda. Passagli quello che hai già visto e annusato e assaporato. Ogni pianta dei tuoi parchi. Tutti i frutti e i fiori nati e morti. Tutte le varietà d’erba che hai schiacciato a piedi nudi. Tutti gli animali che conosci il cui percorso sta cercando di imitare questo nostro figlio così balordo da voler nascere e vivere alla rovescia. Ricorda gli effetti delle stagioni. Tutte. Tutte le sfumature di sole. Tutte le sfumature d’ombra. La neve. Prova a spiegargli la neve che copre dalle orecchie e dagli occhi morbosi. Fagli sapere che lui è sotto la neve. Dove nessuno lo può scrutare, analizzare. Parlagli di noi. Ricordati del nostro incontro appena nati. Fai ridere un po’ anche lui. Si ride lì dentro? Si balla ? Si ha mai paura ? Fammelo sentire. Non mi escludete, voi due. Trova il modo di farmelo sentire senza che loro vedano niente. Passamelo con gli occhi. Mettimi nella condizione di vederlo. Scusa, piccola, se mi sono fatto prendere la mano. Sai benissimo da sola cosa c’è da ricordare e da fargli avere. Ma fai presto, per favore, che abbiamo il tempo che abbiamo. E poi, questo proprio te lo devo dire, guardati allo specchio più spesso che puoi. Così da farlo felice"
Luciano Ligabue, "La neve se ne frega"

giovedì 1 febbraio 2007

sciocca vanità


Gli uomini vorrebbero
essere sempre il primo
amore di una donna.
Questa è la loro
sciocca vanità.
Le donne hanno un istinto
più sottile per le cose:
a loro piace essere
l'ultimo amore di un uomo.