martedì 29 gennaio 2008

l'incubo lavatrice


Tutto ciò per esorcizzare il fatto che ho combinato un disastro :(
Quell'essere infernale chiamato lavatrice non ne vuole proprio sapere di assoggettarsi al mio volere.
Tra l'altro mi ha mangiato un calzino.
All'inizio non volevo crederci.
Ma poi ho cercato ovunque, contato e ricontato, il calzino non si trova!
E tra l'altro non un qualsiasi anonimo calzino di quelli che tieni in fondo al cassetto perchè non li usi mai.
Figurati.
NO!
Lei si è ingurgitata il MIO calzino colorato.

La prossima volta delego tutto alla mamma.
Lei sì che ha imparato a domare la lavatrice!!
E non solo!
Grazie a non so quale strano incantesimo, basta mettere la roba sporca nel cesto adibito a tale scopo e, magicamente, nel giro di pochi giorni ti ritovi il capo lavato, profumato, stirato e ben piegato nell'armadio! :)

Mi dovrò far insegnare il trucco :)

sabato 19 gennaio 2008

Liceo


La prima volta che ho letto questa poesia era un pomeriggio, a scuola.
La maturità era vicina e a noi mancava ancora buona parte del programma.
Facevamo lezione anche al pomeriggio.
Un gran caldo, il liceo deserto e la voce di Professore che echeggiava per i corridoi.
Sono le lezioni che ho preferito.

Quel pomeriggio si parlava di Montale.
"Eugenio Montale nasce a Genova il 12 ottobre 1896 da una famiglia di....e bla bla bla bla bla bla".
Poi, finalmente, assolti gli obblighi biografici, cominciamo a leggere qualcosa.
Il professore sceglie il quarto libro di poesie di Montale, "Satura".
La poesia non mi è mai piaciuta molto.
Romanzi, novelle, racconti, diari, leggo di tutto, ma la poesia non so, non mi è mai entrata dentro fino in fondo.

Poi arriva lui, lo Xenia n. 5 .

"Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei più è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.

Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr’occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue."

E' un dialogo con la moglie assente.
Drusilla Tanzi, la moglie, è morta dopo una dolorosa malattia.
Montale racconta questo viaggio, metafora della vita, compiuto con lei.
Racconta di come ha sceso dandole il braccio milioni di scale, aiutandola poichè lei aveva problemi di vista.
E ora che lei non c'è più, per lui, sebbene ci veda benissimo, è il vuoto ad ogni gradino.

L'ultimo giorno della quinta liceo, Professore ha regalato ad ognuno di noi questa poesia.
Un foglio bianco con la poesia al centro, in alto la dedica e in basso la sua firma.

E' stato un bel gesto d'affetto.
E questa, per me, resta una poesia d'amore.

Una delle più belle.

martedì 15 gennaio 2008

Analisi



Io : "Sto bene"

Lui : "Me lo dici sempre questo"

Io : "E' grave?"

Lui (con dolcezza) : "Non è grave, ma non è neanche vero..."

giovedì 10 gennaio 2008

Io, me e i treni


Ho sempre amato molto i viaggi in treno.

E non parlo del treno pendolari che tutti i giorni prendo, quello lo odio.

Parlo dei treni che ti portano in un posto che non hai mai visto, quelli che ti portano in vacanza, quelli che ti fanno vedere il mare, e soprattutto quelli che ti portano da coloro a cui vuoi bene.

I viaggi/treni più belli?

Partiamo:

La gita scolastica a Parigi...

Treno cuccette, ore e ore di viaggio notturno (nessuna di queste passate a dormire!), amici, compagni d'avventura...si si, questo viaggio è sicuramente entrato negli annali (peccato solo che mancasse la mia Simo, in altre faccende affaccendata!).

Poi come dimenticare il treno per Roma?

Destinazione Valerio e una Roma che così non avevo mai visitato...

Altro treno nella mia memoria, è quello che mi ha portato da Elena, è passato tanto tempo, ma è impossibile da dimenticare...

A parimerito (più o meno!) metto i treni per Bologna, quelli per l'Umbria quello per Roma 2000...tanti bei ricordi anche quelli, ma forse un po' più lontani nel tempo, e un po' più sbiaditi. Credo sia perchè sono legati ad un periodo della mia vita diverso da questo, ma non per questo meno importante.

E poi sul podio c'è il treno che mi porta verso il mio mare.

E' il treno migliore perchè racchiude tutti i motivi per i quali si può amare un viaggio in treno: è il treno delle vacanze, è quello che mi porta al mare ed è quello che mi porta dalle persone a cui voglio bene.


Se incontrate una ragazza singhiozzante e con gli occhi lucidi, in viaggio su un treno con destinazione Milano, ecco, potrei essere io :)

venerdì 4 gennaio 2008

Ricordo dicembrino



"Stare insieme a te fu il delirio di una storia
della nostra estrema diversità.
Giorni di immensa meraviglia

e giorni di cattività.
Le labbra sulle tue,
gli attimi vissuti intensamente si sono spenti.
Sto con me. Tra noi due ho scelto me."



(F. Battiato)



Come sempre, ho bisogno di tempo.

Tempo per capire, per ragionare, per ripensare.

Ne è valsa la pena?

Non lo so.

Certo è che è stata come una corsa, che quando finisce ti manca il respiro e senti le gambe che non sono più capaci di stare in piedi da sole.

Bello, così bello da fare male.


Ma ora parliamo di noi, Squadra :)

E' passato quasi un mese, ma a volte mi sembra ieri.

E mi sembra ieri che ce ne stavamo a ridere sul balcone, e mi sembra ieri che passavamo le serate e le nottate insieme, e mi sembra ieri che stavamo bene.

Ci sono momenti che passo con voi, in cui mi rendo conto di essere felice.

Pienamente felice intendo.

Grazie.