...nello stesso tempo cambiare è anche una minaccia alle nostre sicurezze, alle regole abituali e consolidate. Di fronte al cambiamento siamo sempre divisi tra il desiderio e la paura, tra l'attesa e l'incertezza. Questo gioco così rischioso e così aperto non ha garanzie di riuscita, può avere successo e può fallire esponendoci continuamento alla minaccia di perderci.
Non c'è metamorfosi senza perdita e senza visione: si può cambiare forma solo se si è disposti a perdersi, a meravigliarsi e ad immaginare. Le favole di cui hanno bisogno gli abitanti di un mondo disincantato non parlano più di fate e di streghe, ma debbono pur sempre insegnarci la meraviglia.
(tratto da Melucci, "Il gioco dell'io")
certe volte sono davvero contenta di studiare quello che studio...soprattutto quando tra i libri di testo degli esami, trovo dei piccoli capolavori come questo =)
2 commenti:
molto bello. Io non lo chiamerei fallimento, ma solo esperienza! Il fallimento mi lascia sconforto e un sapore negativo ed amaro. Un'esperienza invece è qualcosa che ti aiuta a crescere, una continua spinta a vivere e non fermarsi o tirarsi indietro.
Una cosa poi la condivido in pieno: "Le favole di cui hanno bisogno gli abitanti di un mondo disincantato non parlano più di fate e di streghe, ma debbono pur sempre insegnarci la meraviglia."
Come al solito un post stupendo Fra!
Cambiare è necessario, giusto e a volte anche naturale...però è vero...le emozioni che si provano in quel momento scorrono sulla sottile linea che divide il desiderio dalla paura.
e poi si sa: per cambiare bisogna fare una scelta, e scegliere è pur sempre rinunciare a qualcosa in nome di qualcos'altro.
(anche io forse, come te, non avrei usato la parola fallimento ma un'altra meno carica di significati negativi...però volevo essere fedele al testo originale!!)
quelle delle favole invece mi sembra una ottima riflessione sulla condizione del mondo moderno in cui viviamo =)
Grazie a te Marcello per dimostrare sempre interesse e curiosità =)
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